venerdì 21 settembre 2007

Io non ho paura

Io non ho paura, è una intrigante storia narrata da Gabriele Salvatore, ispirato dal libro di Nicolò Ammaniti.
La storia è ambientata nell' Italia degli anni 60, al sud, un piccolo paesino di 6 case e grandi deserti di grano.
Michele ha dieci anni e forma parte di un gruppetto di amici che sempre trovano qualcosa da fare. Un giorno in una casa abbandonata Michele trova un pozzo nella terra, nel quale si trova un bambino. Al principio è molto spaventato, pensaba che era un montruo, ma poi comincia a frequentarlo in secreto e a conoscierlo meglio, e si accorge che è un bambino normale come lui.
Una notte ascolta per la televisione che si sta cercando un bambino che è stato sequestrato, e la foto corrisponde al suo amico secreto; poi si accorgie che i sequestratori sono i suoi propi genitori, i vicini e uno strano sconosciuto che dev'essere stato il capo di tutto.
Pochi giorni dopo, Michele gli racconta il secreto a un amico, a cambio di una macchinina, e questo non potrà mantenerlo per molto tempo, fino a che si accorge tutto il paesino che Michele ha trovato il bambino.
Quindi non li lasciano più vedere a Filippo (il bambino sequestrato), e lo cambiano si posto per non essere trovato.
Due sere dopo, Michele si accorge che c'è tensione in casa, e sente che vogliono uccidere al sequestrato così la polizia non può trovarlo. Michele, dopo che l'amico gli dice dov'è il nuovo refugio di Filippo, va a trovarlo in secreto e lo libera, rimanendo lui nel suo posto.
Pochi minuti dopo, il padre di Michele entra nella stalla (dov'era Filippo), e Michele al vederlo escie da dove era nascosto così di fretta che il padre non si rende conto che è suo figlio e gli spara.
Pochi minuti dopo arrivano gli elicotteri per salvare Filippo e per prendere al sequestratore; e Michele, in braccio del suo padre con la gamba herita, sorride al vedere Filippo sano e salvo.

Con un finale abbastanza aperto, per che ogni uno abbia la sua propia conclusione, il film è molto emozzionante e sorprendente fino al ultimo momento.
Gli attori sanno trasmettere le emozioni di forma molto reale e le immagini ci trasportano a quella epoca, quel posto e quel bambino.

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